La mia seconda chance: un lavoro

R. ha ritrovato lavoro, in una mansione molto simile a quelle che ricopriva precedentemente. Dopo una segnalazione di un suo amico è riuscito ad avere il primo colloquio e ha iniziato il percorso in questa grande azienda torinese, che cercava proprio una figura come la sua. Inizierà come tutti con un periodo di prova della durata di 6 mesi a termine dei quali arriverà il contratto a tempo indeterminato.

I colleghi di R. non sanno che lui vive in dormitorio, che non ha una casa e che si è trovato in difficoltà. Ed è troppo presto per raccontare a degli estrani la sua vita. Così R. cerca di non dare a vedere le difficoltà che il non avere una casa comporta e spera e cerca una mediazione con la Cooperativa Stranaidea, il dormitorio e il comune per poter mantenere il suo posto al Carrera. Perché terminati i 30 gironi si torna per strada, ma con un lavoro, degli orari, delle mansioni, come si può stare senza un tetto sulla testa? Senza un posto in cui lavarsi e stirarsi le camicie? Senza un posto in cui riposare dopo un’intera giornata lavorativa? Speriamo che questo sia chiaro e evidente a chi di dovere e che R. possa ri-iniziare la sua vita .