La vita è un diritto e non un’elemosina


Lo stato dovrebbe avere queste responsabilità, ma certo la situazione del paese non aiuta. Ma possibile che non si riesca a risolvere il problema? 

Capita spesso di venir ricordati per le scelte sbagliate che si prendono. E così anche lo stato, spesso si ricorda di noi quando non abbiamo pagato una multa, o quando abbiamo saltato una rata o commesso un errore nella compilazione del 730. Sembra che valga la regola, e vale per tutti, che gli errori vengano sempre ricordati e ri-presentati. Ma cosa succede quando siamo in difficoltà e nessuno ci aiuta?

Pare che in questo caso, le persone, le autorità, gli enti pubblici non notino le persone, come invece succede nel caso della mancanza. Quindi in caso di difficoltà diventiamo invisibili agli occhi dei più, e se per uscire dal momento di difficoltà avessimo bisogno di aiuto a chi dovremmo rivolgerci, se nessuno ci vede?

Non importa che tu abbia passato metà della tua esistenza a lavorare onestamente contribuendo al benessere del paese, arriva un momento in cui vieni emarginato, vieni spinto ai confini della società, non sei più produttivo, non sei più degno di considerazione.

Se nessuno però ci considera, e non usciamo da questa condizione di inutilità, come mai potremo contribuire al benessere comune? Che tra l’altro è pure il nostro e che non si basa sul chiedere l’elemosina ai semafori.

Sindona diceva “Italiani, o criminali o pecoroni”, ma in entrambi i casi, credo siano portati ad esserlo non che sia la loro vera natura.